I fiori della Monsanto non appassiscono

Monsanto ha presentato all’US Patent & Trademark Office la richiesta di brevetto “Compositions and Methods for Delaying Senescence in Cut Flower” per una tecnologia che mantiene l’aspetto fresco dei fiori recisi ed estende la loro vita in vaso, «In particolare, molecole di RNA a doppio filamento (dsRNA) che sopprimono l’espressione EIN2 e prolungano la vita in vaso dei fiori recisi».

 

Come spiega sulla MIT Technology Review Antonio Regalado, «A differenza di un  OGM, o di una pianta  una pianta il cui genoma è stato cambiato in modo permanente, il nuovo approccio comporta la modifica temporanea della funzione di specifici geni vegetali della pianta, spruzzandola con le molecole dell’RNA, o alimentando con le molecole le loro radici».

Queste molecole interferiscono con la capacità dei fiori recisi di produrre etilene, un gas inodore che gli scienziati definiscono “ormone dell’invecchiamento”. L’etilene viene a volte usato per accelerare la maturazione di frutti e ortaggi che vengono raccolti acerbi, come i pomodori e le banane, ma fa anche  marcire le mele e appassire i fiori.

 

Per due anni gli scienziati della Monsanto Jill Deikman e Nicholas Wagner ha cercato di utilizzare l’RNA per interferire con la capacità di fiori recisi di produrre etilene e ora dicono di aver ottenuto un discreto  successo nel bloccare la produzione dell’ormone nelle rose mettendo in un vaso acqua mescolata con molecole di RNA.

Secondo la richiesta di brevetto, con questa nuova tecnologia l’industria dei fiori potrebbe ridurre i suoi costi ambientali, ma intorno ad ogni iniziativa del gigante delle biotecnologie si sollevano subito sospetti, visto che produce prodotti accusati proprio di avere conseguenze negative su quell’ambiente che i fiori che non appassiscono dovrebbero tutelare. In effetti, l’industria dei fiori recisi che rifornisce supermercati, fioristi e pompe funebri utilizza aerei, gas anti-invecchiamento e sostanze chimiche tossiche in grandi quantità.

Nel mondo le esportazioni di fiori recisi, bulbi e piante vive nel 2013 rappresentava un giro di affari di 20 miliardi di dollari e, secondo un rapporto “World floricolture Map 2015” di Rabobank, Olanda (52%), Colombia (15%), Ecuador (9%) e Kenya (7%) sono i maggiori esportatori. Le esportazioni di fiori recisi italiani sono l’1% del totale mondiale. L’80% dei fiori venduti negli Stati Uniti sono importati. Gli enormi costi ambientali dei fiori per la Festa della mamma fiori, come la spedizione di fiori in tutto il mondo per via aerea, fanno dire a molti ambientalisti che non bisognerebbe acquistare fiori in occasioni come queste che ormai sonio diventate una macchina per consumi effimeri.

Anche se i fiori sono poca cosa rispetto agli enormi guadagni che Monsanto fa con erbicidi come il Roundup, la richiesta di brevettare i fiori che non appassiscono  permette di conoscere un progetto molto più ambizioso: BioDirect  che punta a sviluppare uno spray che sviluppa alterazioni genetiche temporanee.

 

Anche Regalado  dice che «Il concetto del RNA è potenzialmente un grosso problema se la Monsanto riesce a imbottigliare delle molecole che fanno in modo che le piante fioriscano a comando, o a fare altri trucchi. La Monsanto sta testando gene sprays in grado di uccidere gli insetti, come gli insetti delle patate e le pulci».

Un portavoce della Monsanto ha detto che la richiesta di brevetto è il frutto di un lavoro di ricerca per identificare le nuove applicazioni del RNA in agricoltura. 

 

Hilary Rogers, una scienziata dell’università britannica di Cardiff  che studia lo stress delle piante, conclude sulla MIT Technology Review: «Se la tecnologia funziona e potrà essere integrata nella catena di approvvigionamento, andrà incontro ad una reale necessità dell’industria dei fiori. L’industria deve affrontare enormi sfide ed è alle prese con  colture molto deperibili. L’industria dei fiori potrebbe utilizzare nuove idee per ridurre i suoi rifiuti».

 

di Alessandro Farulli 

 

Fonte http://www.greenbook.life/category/inquinamenti/

 

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