Indoor Air Quality. 10 consigli per ridurre l’esposizione all’inquinamento indoor

L’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal titolo “Ambient Air Pollution: a global assessment of exposure and burden of disease”, pubblicato a settembre 2016, sottolinea la rilevanza dell’inquinamento atmosferico (outdoor e indoor) quale principale fattore di rischio ambientale per la salute della popolazione mondiale. Poiché si stima che nei Paesi sviluppati la popolazione passi il 90% del proprio tempo in ambiente chiuso (case, uffici e scuole), la qualità dell’aria negli ambienti indoor diventa cruciale per la  salute e per il benessere. L’aria interna è fondamentalmente la stessa di quella esterna, ma cambiano quantità e tipi di contaminanti: infatti, a quelli esterni si aggiungono quelli propri degli ambienti interni.

 

L’aria indoor può essere in generale più inquinata rispetto a quella outdoor (altrimenti della aria ambiente) perché:

 

1. gli inquinanti esterni vengono intrappolati e si accumulano;

2. vi sono inquinanti propri delle abitazioni;

3. le varie attività umane (cottura dei cibi, pulizia della casa, ecc.) contribuiscono alle emissioni di ulteriori inquinanti.

 

A proposito di qualità dell’aria indoor, ancora oggi in Italia manca una legislazione organica di riferimento benchè esistano leggi specifiche per alcuni inquinanti indoor quali amianto, COV, fumo passivo, radon ecc.  In particolare, per quanto riguarda le strategie di sanità pubblica, esistono importanti riferimenti nazionali  quali le Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati (Accordo Stato Regioni del 27settembre 2001) e Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei rischi indoor per allergia e asma (Accordo del 18 novembre 2010),  reperibili sul sito del Ministero della Salute. Nel nostro Paese in questi anni è cresciuta sensibilmente la consapevolezza delle problematiche relative alla qualità dell’aria indoor (IAQ).

 

In quest’ottica SIMA, grazie al contributo di due autorevoli Membri del proprio Comitato Scientifico, i Proff.ri Paola Fermo e Luigi Falciola, entrambi Professori Associati di Chimica Analitica e di Chimica Ambientale dell’Università degli Studi di Milano, ha fatto il punto scientifico su questa importante tematica, redigendo in modo semplice e comprensibile a tutti un Decalogo atto a ridurre l’esposizione agli inquinanti indoor.

 

Di seguito sono illustrati i principali inquinanti indoor ed una serie di semplici regole da seguire per migliorare la qualità dell’aria delle nostre abitazioni, uffici, scuole, luoghi di lavoro. L’obiettivo finale è quello di proporre un’omogeneità di azioni a livello nazionale, i cui risultati potranno portare ad appropriate strategie di sanità pubblica mirate alla riduzione della esposizione negli ambienti indoor della popolazione ed in particolare dei  gruppi più suscettibili e quindi più a rischio per i quali sono necessarie maggiori cautele.

 

I principali inquinanti indoor con i quali veniamo ogni giorno in contatto sono:

 

Principali inquinanti chimico-fisici:

 

gas di combustione (NOx, SO2, CO) (provenienti sia dall’esterno, sia generati internamente);

particolato atmosferico aerodisperso (proveniente sia dall’esterno, sia generato internamente, inclusa la polvere domestica e le particelle secondarie che si formano dai precursori gassosi, cioè i COV);

composti organici volatili COV (inclusi la formaldeide e le sostanze presenti nei prodotti per la pulizia della casa);

idrocarburi policiclici aromatici (IPA)

fumo passivo da combustione di tabacco

radon;

 Inquinanti biologici:

 

batteri, virus, pollini, acari;

residui biologici;

composti allergenici.

L’inquinamento dell’aria indoor da parte di agenti chimico-fisici e biologici ha effetti sul sistema respiratorio, provoca allergie e asma, disturbi a livello del sistema immunitario e ha inoltre effetti nocivi anche sul sistema cardiovascolare e sistema nervoso oltre che su cute e mucose esposte. Gli agenti biologici inquinanti negli spazi indoor sono molto eterogenei e comprendono pollini e spore delle piante, batteri, funghi, alghe e alcuni protozoi. La loro presenza è ricollegabile a un eccesso di umidità e ad una ventilazione inadeguata. La ventilazione riduce la concentrazione degli inquinanti, sia chimici sia biologici, e permette di controllare la temperatura e l’umidità all’interno degli edifici. Infatti, sono numerosi gli studi che hanno individuato una relazione tra la ventilazione delle case e le condizioni di salute delle persone che le abitano.

 

FONTE: http://www.simaonlus.it/?p=2051

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