Usa e Canada vietano le trivelle nell’Artico, ma per Big Oil nessun impatto (per ora)

Con quello che forse sarà l’ultimo atto del suo governo, il presidente Usa Barack Obama ha vietato le trivellazioni offshore per gas e petrolio nelle regioni artiche del Pacifico e dell’Atlantico settentrionale. E non è una messa al bando qualunque: Obama ha definito l’ordine «permanente», facendo leva su una dimenticata legislazione del 1953 – l’Outer Continental Shelf Act – che gli conferirebbe l’autorità necessaria a proteggere in modo irreversibile i fondali marini, dal Maine alla Virginia sulla costa orientale del Paese e lungo gran parte dell’Alaska su quella occidentale.

 

Finora quella vecchia norma era stata rispolverata solo occasionalmente, per salvaguardare piccole aree in acque federali. Stavolta il provvedimento riguarda ben 115 milioni di acri (46,5 milioni di ettari) al largo dell’Alaska, nei mari di Chuckchi e di Beaufort, e altri 3,8 milioni di acri (1,5 milioni di ettari) nell’Oceano Atlantico.

 

In una dichiarazione ufficiale il presidente uscente ha affermato che «queste azioni proteggono un ecosistema unico e delicato. I rischi di incidenti con perdite di greggio sono significativi in queste regioni e la nostra capacità di risanamento è limitata».

 

Una misura analoga – ma rivedibile ogni cinque anni – è stata adottata in contemporanea dal Canada, dove il primo ministro Justin Trudeau, che insieme ad Obama aveva promesso un impegno a difesa dell’Artico, ha vietato la concessione di licenze di esplorazione in tutte le acque della regione artica.

 

 

STATI UNITI  21 dicembre 2016

Obama, schiaffo a Trump sull'ambiente: vietate le trivellazioni nell'Artico

Nessuna compagnia petrolifera, a giudizio degli esperti, dovrebbe comunque essere costretta a sospendere le trivellazioni: negli ultimi anni, con il crollo delle quotazioni del petrolio, molte società hanno rinunciato alle licenze nelle aree più difficili, altre operano in acque statali e non federali, mentre in Canada il provvedimento ha risparmiato le zone lungo le coste del Labrador e del Newfoundland, cuore dell’industria petrolifera offshore locale.

 

Si stima che l’Artico racchiuda il 40% delle riserve di idrocarburi ancora da sfruttare. Nella sezione statunitense, in particolare, potrebbero esserci 27 miliardi di barili di petrolio e 132mila miliardi di piedi cubi (circa 37.400 miliardi di metri cubi) di gas. Un vero e proprio tesoro, che tuttavia è molto costoso, difficile e pericoloso da sfruttare. Almeno per il momento - col mercato in eccesso di offerta e il prezzo del barile a circa 50 dollari - l’interesse delle major si è spento. Significativo il caso di Royal Dutch Shell, che dopo aver investito oltre 7 miliardi di dollari per trivellare nel mare di Chukchi (e aver subito diversi incidenti) nel 2015 ha deciso di rinunciare all’impresa.

 

Diverse altre compagnie, che nel 2008 insieme a Shell avevano ottenuto licenze nella stessa zona, le hanno in seguito abbandonate. Tra loro, riporta Bloomberg, ci sono anche Eni, Statoil e ConocoPhillips.

 

Le riserve dell’Artico potrebbero tornare d’interesse in futuro, nel caso in cui il petrolio tornasse a scarseggiare. «Bloccare le esplorazioni offshore – avverte Erik Milito, direttore dell’American Petroleum Institute (Api) – indebolirà la nostra sicurezza nazionale, distruggerà lavori ben pagati e potrebbe rendere l’energia più cara per i consumatori».

 

L’Api promette di lavorare con la prossima amministrazione per ottenere la revoca dei divieti, ma il provvedimento di Obama potrebbe essere uno dei più difficili da ribaltare per Donald Trump nella sue guerra promessa alle regolamentazioni, ecologiche e non. «Si tratta di un atto senza precedenti, siamo in acque inesplorate», ha commentato Patrick Parenteau, docente di legislazione ambientale alla Vermont School of Law, sul New York Times.

 

La battaglia sull’Artico e le trivellazioni probabilmente finirà davanti alla magistratura: uno scontro tra denunce e appelli che potrebbe legare le mani a lungo alla nuova amministrazione repubblicana.

 

di Sissi Bellomo e Marco Valsania

 

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-12-21/usa-e-canada-vietano-trivelle-nell-artico-ma-big-oil-nessun-impatto-per-ora-211512.shtml?uuid=ADLWADIC&refresh_ce=1

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