Per salvare il suolo, e quindi la Terra, il compost di qualità è la soluzione

Ad Assisi si è svolto "Dalla terra alla Terra", un evento i in occasione della Giornata mondiale della suolo che ha sottolineato il ruolo del compost e di una raccolta differenziata di qualità per garantire lunga vita e fertilità.

La terra di San Francesco d’Assisi è stato il luogo per ospitare il dibattito sull’importanza di tutelare i terreni e la loro fertilità, nonché sulla necessità di un nuovo approccio economico che tenga insieme profitto con sostenibilità sociale e ambientale.

 

Tra le buone pratiche per difendere il suolo c’è infatti proprio la raccolta differenziata dell’organico e l’impiego del compost di qualità, fertilizzante naturale che oltre a restituire sostanza organica alla terra gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni.

 

 

In occasione della Giornata mondiale del suolo, il Consorzio italiano compostatori (Cic) ha organizzato ad Assisi il 4 e il 5 dicembre “Dalla terra alla Terra. Il suolo tra cambiamenti climatici e nuovi stili di vita”. Tra le buone pratiche per difendere il suolo c’è infatti la valorizzazione della raccolta differenziata dell’organico e l’impiego del compost di qualità, fertilizzante naturale che migliora la qualità del terreno.

 

Raccolta del compost, i dati sono confortanti

Questi alcuni dei dati messi in evidenza dal Cic nel corso del convegno. La raccolta del rifiuto organico, riferisce il Cic, è ancora in crescita con oltre 7 milioni di tonnellate nel 2016, pari al 41,2 per cento di tutta la raccolta differenziata nazionale. L’umido è in aumento del 15 per cento, con diciotto nuovi impianti di trattamento. Una filiera che vale 1.8 miliardi di euro di fatturato e che potrebbe arrivare a generare 13.000 posti di lavoro. Secondo i dati del Rapporto Rifiuti Ispra 2017, del 52,5 per cento dei rifiuti prodotti entrati nel circuito della Raccolta Differenziata nel corso del 2016, ben il 41,2 per cento è costituito da rifiuti organici.

 

“L’umido trattato in Italia continua a crescere, con 528.000 tonnellate in più rispetto al 2015, il 15 per cento in più”, spiega Massimo Centemero, Direttore del Cic. “Il dato conferma le previsioni che il Cic ha elaborato negli scorsi anni, con una crescita media negli ultimi dieci anni di dieci punti percentuali all’anno”.

 

Una magnifica sala, quella della basilica di San Francesco d’Assili, dove si è svolto l’evento “Dalla terra alla Terra” organizzato dal Cic.

“Dalla terra alla Terra, gli interventi al dibattito sull’importanza del compost e della tutela del suolo

Il convegno “Dalla terra alla Terra”, seguito anche via social attraverso il live twitting #GiornataMondialedelSuolo, ha posto l’attenzione sul suolo, risorsa fondamentale da cui dipendono la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici.

 

Accolti nella sala Doni del Sacro convento di San Francesco ad Assisi il dibattito dell’evento “Dalla terra alla Terra” ha voluto omaggiare l’Enciclica “Laudato sìi” di Papa Francesco. “La scelta di Assisi è legata anche al valore che ha assunto questa terra con l’Enciclica Laudato si’, ispirata proprio al cantore della bellezza del Creato San Francesco, che Papa Bergoglio ha dedicato alla salvaguardia dell’ambiente e del creato” sottolinea Alessandro Canovai, Presidente del Cic. “Il titolo ‘Laudato si” e il sottotitolo ‘Cura della casa comune’ indicano come l’umanità deve donare e impegnarsi nei confronti dell’ambiente e della comunità” introduce il dibattito Padre Domenico Paoletti, Vicario della Custodia del Sacro Convento.

 

Affascinato dall’enciclica del Papa anche Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile ed ex ministro dell’Ambiente, che ha voluto leggere alcuni dei passaggi del Santo Padre: “Penso che l’Enciclica sia un testo che ha segnato la storia. Ogni passaggio dell’Enciclica fa riflettere ma nel capitolo secondo il Papa spiega come la fede debba affrontare la crisi ecologica, rivolgendosi a tutte le persone di buona volontà e sviluppando un dialogo tra scienza e religione. Dobbiamo custodire ‘il giardino del mondo’ senza pensare di essere lo scopo finale delle altre creature, essendone dominatore”.

 

Difendere il suolo significa anche comprendere, ad esempio, quanta ricchezza di vita esiste in un solo metro cubo di terreno e quanti milioni di ettari vengano acquistati proprio per questioni legate all’alimentazione. Il presidente della Società agraria di chimica italiana Teodoro Miano ha voluto sottolineare che il suolo è un sistema vivente, “cosa che sfugge in quanto spesso viene visto come superficie e non come volume”. In un ettaro di suolo vivono organismi come batteri, funghi, alghe, nematodi, acari, ragni (in milioni in un metro cubo) e non solo, coinvolti in tutti gli aspetti della qualità del suolo.

 

L’Italia in quanto a fertilità del suolo non è molto fortunata, come ha sottolineato il membro del comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente Walter Ganapini. “Un mondo in cui c’è il controllo della risorsa suolo con finalità alimentari (i cinesi in Africa detengono tre milioni di ettari) impone una accelerazione di azioni che hanno un obiettivo preciso, – continua Ganapini – una tutela sistematica della fertilità del suolo”.

 

Il meteorologo e divulgatore Luca Mercalli ammette di spiegare sempre l’importanza di fare il compost, “perché una delle medicine più importanti anche per il clima”. Mercalli ha concentrato poi il suo discorso sulla questione dei cambiamenti climatici cominciando con un raffronto sulla salute del clima all’epoca di San Francesco d’Assisi e di quella odierna di Papa Francesco. “La quantità di Co2 ai tempi di Francesco d’Assisi era di circa 285 parti per milione (ppm), stabile per millenni fino alla rivoluzione industriale, quando è arrivata a 400 ppm, il picco massimo da almeno un milione di anni”. Una situazione drammatica che rischia di essere catastrofica se non si agirà presto e in maniera efficace sostiene Mercalli, per fare un solo esempio con un aumento di cinque gradi della temperatura mondiale nel 2100 una città come Torino potrebbe avere temperature come Karachi in Pakistan, con la pianura padana che rischierebbe di diventare un vero deserto.

 

FONTE: https://www.lifegate.it/persone/news/riciclo-dei-rifiuti-italia-prima-in-europa