Legambiente: codice rosso per lo smog, sono 39 le città «fuorilegge»

Aria sempre più irrespirabile ed emergenza smog ormai cronica in Italia nel 2017. Nell'anno appena passato sono state «39 le città fuorilegge con livelli di inquinamento atmosferico da pm10 (polveri sottili, ndr) alle stelle». Questa la fotografia sulla qualità dell'aria nel nostro Paese scattata da Legambiente nel rapporto «Mal'aria 2018», presentato nella mattina di lunedì 29 gennaio. All'interno del dossier si parla di una situazione da «codice rosso», dovuta alle elevate concentrazioni di polveri sottili e ozono. E una situazione critica — viene evidenziato — si registra nella Pianura padana e, in generale, nelle città del Nord. 

 

 

Le città sul podio

Per Legambiente — che lancia il report il giorno prima dell'incontro che domani il nostro Paese avrà in commissione Ue proprio sullo smog, che ci vede sotto procedura d'infrazione — «non bastano misure tampone, ma servono interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale». Dal report emerge che, nel 2017, in 39 capoluoghi italiani è stato superato il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo. Tra queste, cinque hanno addirittura oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog oltre i limiti: Torino guida la classifica con il record negativo di 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico illegali, seguita da Cremona con 105, Alessandria con 103, Padova con 102 e Pavia con 101 giorni. Molto vicine al record negativo anche Asti con 98 giorni e Milano con le sue 97 giornate oltre il limite. Seguono Venezia con 94 giorni, Frosinone con 93, Lodi e Vicenza con 90. 

«In Pianura Padana situazione critica»

I dati più critici quelli relativi alla pianura padana, dove in 31 dei 36 capoluoghi di provincia delle quattro regioni del nord (Piemonte Lombardia Veneto ed Emilia Romagna) è stato sforato il limite annuo giornaliero, con l'85 per cento delle centraline urbane che hanno rilevato concentrazioni oltre il consentito. Non va certamente meglio nelle altre regioni: in Campania,le stazioni di monitoraggio di Caserta, Avellino e Napoli hanno superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/metrocubo rispettivamente per 53, 49 e 43 volte. In Umbria, a Terni, sono 48 giorni di aria irrespirabile, mentre in Friuli-Venezia Giulia la classifica vede ai primi posti Pordenone con 39 superamenti e Trieste con 37. Nelle Marche, invece, è Pesaro con 38 giorni oltre i limiti a posizionarsi tra le città peggiori (qui il commento al report di Legambiente). 

Sette milioni di persone respirano gas nocivi

Secondo la classifica l'Italia è schiacciata anche dall'inquinamento da ozono, con 44 città che nel 2017 hanno superato i limiti di 25 giorni nell'anno solare. Le peggiori sono Catanzaro con 111 superamenti, Varese (82), Bergamo (80), Lecco (78), Monza (78) e Mantova (77). E, sommando i giorni «fuorilegge» per l'inquinamento da polveri sottili (PM10) e quelli per ozono, si scopre che la popolazione residente esposta a questi veleni è di circa 7 milioni di abitanti. Gente che — osserva Legambiente — ha respirato «polveri e gas tossici e nocivi circa un giorno su due nel peggiore dei casi (Cremona con 178 superamenti del limite), e al massimo uno su quattro» nel «migliore» dei casi.

 

 

La sorpresa «Roma»

Roma — rende noto il Campidoglio — è tra le migliori grandi città italiane per qualità dell'aria. Nel 2017 sono stati certificati dalle stazioni di monitoraggio 26 sforamenti dei limiti imposti dalla legge alle polveri sottili, ben al di sotto dei 35 permessi dalla normativa. Nell'elenco delle 39 peggiori città italiane quindi la Capitale non è citata. E anche nella classifica diffusa da Greenpeace, Roma presenta i dati migliori rispetto alle altre grandi città italiane per l'inquinamento da biossido di azoto (NO2) prodotto principalmente dai veicoli diesel. Dati che arrivano nel giorno in cui sono a Parigi a illustrare i piani dell'Amministrazione Capitolina per «fare di Roma una città sostenibile, inclusiva e resiliente». 

 

 

I comuni che ignorano il protocollo

«Se non si cambierà passo adottando misure davvero drastiche ed efficaci anche il Piemonte sarà chiamato a pagare pro quota pesanti sanzioni europee», spiegano i vertici di Legambiente. «Siamo ancora in attesa — dice Fabio Dovana, presidente per Piemonte e Valle d'Aosta dell'associazione ambientalista— che la Regione, dopo più di 3 anni di gestazione, approvi il nuovo "Piano antismog" e che tanti sindaci, anziché fare la danza della pioggia, recepiscano le seppure limitate misure previste dal protocollo padano antismog e attuino a livello locale provvedimenti strutturali a favore di una mobilità nuova». Secondo Legambiente, i Comuni inadempienti, tra i 44 aderenti all'accordo sul protocollo interregionale, sono ancora 16, «nonostante l'emergenza costante per tutto il periodo invernale. Soltanto Torino ha deciso di estendere i provvedimenti antismog anche ai veicoli diesel Euro5 ma non è stata seguita da nessun altro Comune piemontese. Dal report emerge che, «nel 2017 in ben 6 capoluoghi piemontesi su 8 è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo». 

 

di Silvia Morosi

 

FONTE: http://www.corriere.it/cronache/18_gennaio_29/legambiente-codice-rosso-lo-smog-sono-39-citta-fuorilegge-1eb2109e-04f1-11e8-8913-7ceabd19f7b3.shtml?refresh_ce-cp#