“La Scienza al voto”, un appello per le elezioni

Lavoro, immigrazione, sicurezza e tasse sono le giuste priorità degli elettori – ma solo tenendo conto del contesto ambientale sempre più critico sapremo affrontarle al meglio, avvertono i nostri scienziati, in una lettera aperta alle forze politiche. 

Diciannove tra i maggiori scienziati italiani che si occupano di cambiamenti climatici e ambiente, raccolti nel Comitato scientifico “La Scienza al Voto”, avvertono infatti politici e opinione pubblica delle criticità ambientali, che hanno e avranno sempre più ripercussioni sulle nostre attività produttive (e non si è ancora colto il pericolo che corre la nostra agricoltura), sul nostro territorio e sulla nostra stessa salute. 

“Ma non si tratta”, spiega Antonello Pasini, climatologo CNR e coordinatore del Comitato, “di aggiungere un tema alla campagna elettorale, bensì di capire che solo tenendo conto del contesto ambientale si possono individuare le migliori soluzioni per risolvere i problemi che affliggono il paese. Noi infatti abbiamo elaborato proposte di intervento scientificamente fondate e le abbiamo declinate nelle priorità dei cittadini: come ottenere più lavoro, come gestire l’immigrazione, come garantire la sicurezza, come controllare la pressione fiscale. Le offriamo al dibattito pubblico, e si possono trovare sul nostro sito, lascienzaalvoto.it, dove valuteremo anche i programmi dei partiti”. 

E la lettera aperta, che si può leggere qui di seguito, invita i partiti ad entrare nel dibattito e in particolare a partecipare ad un incontro pubblico con il Comitato, fissato indicativamente per domenica 18 febbraio, alle 17, alla Città dell’Altra Economia di Roma. 

“Confidiamo nella mobilitazione dell’opinione pubblica”, aggiunge Pasini, “che può intervenire firmando, sempre sul nostro sito lascienzaalvoto.it, un appello rivolto alla classe politica; e nell’appoggio dei media, affinché diano adeguata copertura ad un dibattito e ad un incontro così importanti”. 

 

LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE  

 

Sono imminenti le elezioni politiche, che decidono del futuro del nostro Paese. In questo contesto si dibatte – giustamente – di lavoro, sicurezza, immigrazione, salute, tasse, sviluppo economico, cioè dei temi che preoccupano maggiormente gli italiani.  

Perché allora una lettera aperta alle forze politiche da parte di 19 scienziati italiani che si occupano di cambiamenti climatici e ambiente? Proprio per parlare di questi temi, in verità. Perché l’ambiente non è un argomento in più da introdurre nella campagna elettorale, bensì il quadro all’interno del quale, già oggi e ancor più in futuro, è inscritto il progresso del nostro Paese: il contesto insomma di cui è necessario tenere conto per poter risolvere, in modo efficace e scientificamente fondato, i problemi che ci interessano. 

I mutamenti climatico-ambientali globali, infatti, sono particolarmente evidenti alla scala della nostra Italia. Già ora ne sono colpite: le nostre attività produttive (prima fra tutte l’agricoltura, che deve affrontare il moltiplicarsi di eventi climatici estremi, con l’alternarsi di siccità e inondazioni, nel quadro di una complessiva riduzione delle risorse idriche, in grado di compromettere i raccolti, almeno al meridione); i nostri fragili territori (l’intensificarsi delle alluvioni si inserisce in un contesto idrogeologico molto critico, l’erosione e l’innalzamento del mare colpiscono le coste); la nostra salute (l’aggravarsi delle ondate di calore e l’incremento dell’inquinamento atmosferico di origine fotochimica aumentano le patologie e la nostra stessa mortalità).  

E’ ormai chiaro come i prossimi 5 anni saranno decisivi, in Italia e nel mondo, per cercare di cambiare direzione e mitigare il riscaldamento globale attraverso l’uscita dai combustibili fossili. Abbiamo identificato molte possibili soluzioni scientificamente fondate e rilevato come esse incidano, come dicevamo, sui temi prioritari di questa campagna elettorale.  

Prendiamo il lavoro. Lo sviluppo di un sistema energetico più efficiente e basato sulle energie rinnovabili è un modo concreto per creare nuovi posti di lavoro, e – en passant – contribuire a evitarci i danni climatici peggiori. Investire in ricerca e sviluppo, e in un settore agricolo che deve adattarsi ai mutamenti in atto attraverso tecniche innovative e nuove professionalità, sarebbe un fattore di competitività per il nostro Paese. Instaurare cicli produttivi circolari, che riutilizzino le materie prime, in un contesto di crescente scarsità di una serie di risorse, darebbe vita a produzioni manifatturiere ad alta innovazione e in larga misura finalmente non delocalizzabili. Un piano nazionale di tutela del territorio e di gestione delle risorse idriche, oltre a creare occupazione, sarebbe importante anche per la sicurezza dei cittadini. E un piano nazionale di lotta all’inquinamento atmosferico nelle aree urbane, oltre a favorire imprenditoria innovativa, ridurrebbe i problemi di salute e allo stesso tempo la spesa sanitaria, che oggi sta esplodendo sempre più. 

Venendo all’immigrazione, progetti di cooperazione per l’esportazione di tecnologie rinnovabili e l’adattamento nella zona del Sahel (da cui arriva il 90% circa dei migranti nel nostro Paese) aiuterebbero ad attenuare i fenomeni migratori, in quanto il recupero di terreni degradati o desertificati a foresta e ad agricoltura offrirebbe alle popolazioni locali le risorse per restare.  

Questi sono alcuni esempi tratti dalla nostra analisi e che offriamo al dibattito pubblico. Così, ci rivolgiamo a chi si sta preparando a governare il Paese perché contribuisca al dibattito ed offra agli elettori la possibilità di una scelta ponderata. In particolare, chiediamo a tutte le forze politiche di intervenire, al massimo livello possibile, ad un incontro pubblico con i membri del nostro Comitato scientifico nelle settimane precedenti al voto.  

Abbiamo chiamato la nostra iniziativa “La Scienza al voto”, e sul nostro sito www.lascienzaalvoto.it i candidati e gli elettori troveranno l’analisi di dettaglio che è alla base di questa lettera aperta, e potranno capire come i programmi delle forze politiche affrontino questi temi, e giudicare quanto le direzioni intraprese siano scientificamente adeguate. 

In questo momento così cruciale, speriamo che i media, come quello che gentilmente ci ospita, vogliano seguire ed alimentare un dibattito cosi’ importante.  

 

Il Comitato scientifico di “La Scienza al voto”: 

 

Antonello Pasini, fisico e climatologo, CNR (Coordinatore) 

 

Carlo Barbante, chimico dell’ambiente, Università di Venezia e CNR 

 

Leonardo Becchetti, economista, Università di Tor Vergata, Roma 

 

Alessandra Bonoli, ingegnere della transizione, Università di Bologna 

 

Carlo Cacciamani, fisico, Protezione Civile 

 

Stefano Caserini, ingegnere ambientale, Politecnico di Milano 

 

Claudio Cassardo, fisico, Università di Torino 

 

Sergio Castellari, fisico e meteorologo, INGV 

 

Andrea Filpa, urbanista, Università di Roma Tre 

 

Francesco Forastiere, epidemiologo, CNR 

 

Fausto Guzzetti, geologo, CNR 

 

Vittorio Marletto, fisico e meteorologo, ARPA Emilia-Romagna 

 

Cinzia Perrino, biologa ed esperta di qualità dell’aria, CNR 

 

Nicola Pirrone, ingegnere ed esperto di cambiamenti globali e inquinamento atmosferico, CNR 

 

Mario Motta, ingegnere dell’energia, Politecnico di Milano 

 

Gianluca Ruggieri, ingegnere ambientale, Università dell’Insubria 

 

Federico Spanna, agrometeorologo, Regione Piemonte e AIAM 

 

Stefano Tibaldi, fisico e meteorologo, CMCC 

 

Francesca Ventura, fisico a agrometeorologo, Università di Bologna e AIAM 

 

di Enrico Giovannini

 

FONTE: http://www.lastampa.it/2018/02/05/scienza/ambiente/il-caso/la-scienza-al-voto-un-appello-per-le-elezioni-Ys9qeZ4v56DvwceYM1NqoI/pagina.html