Verso il 4 marzo: l’energia nei programmi elettorali

La premessa è doverosa: visto l’esito incerto delle elezioni e la scarsa probabilità di avere una maggioranza solida che emergono dai sondaggi, difficilmente quel che sta scritto nei programmi elettorali delle forze in gara il 4 marzo si concretizzerà in misure reali e, inoltre, i propositi messi nero su bianco dai pariti sono comunque quasi sempre piuttosto vaghi.

 

Una seconda premessa, questa rassicurante per chi crede nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica, è che, quale che sia la maggioranza che si formerà, appare improbabile che si stravolga l’impulso pro rinnovabili impresso dalla SEN approvata lo scorso autunno.

 

Una coalizione tra Centrosinistra e parti del Centrodestra, con ogni probabilità, infatti, porterebbe avanti la Strategia come delineata. Un eventuale governo M5S potrebbe modificare gli indirizzi della SEN targata PD, ma solo per spingere ancora di più sull’energia pulita, come da loro programma. Anche ipotizzando che il Centrodestra riuscisse da solo a governare, difficilmente si toglierebbe l’appoggio all’energia pulita: gli interessi di molte aziende grandi e piccole ormai si sono spostati su questo fronte e in questa ultima legislatura abbiamo visto interventi pro rinnovabili anche da esponenti di PdL e Lega, non certo ambientalisti.

 

Il peggiore degli scenari (per qualcuno molto probabile) è dunque quello che le misure previste dalla SEN, lungi dall’essere stravolte, tardino ad essere attuate.

 

Detto questo, vale comunque la pena guardare cosa propongono le principali forze politiche nei loro programmi.

 

Centrodestra

 

Il risparmio energetico, l’efficientamento della rete tramite l’applicazione di tecnologie innovative, la sicurezza degli approvvigionamenti e il sostegno alle energie rinnovabili sono gli elementi più importanti in ambito energetico.

 

All’interno della coalizione, Fratelli d’Italia propone di tutelare l’italianità di Eni ed Enel, così come delle reti e delle infrastrutture logistiche e tecnologiche, chiudendo a ogni ipotesi di investimento estero.

 

Prevista anche la riconversione delle attività produttive a elevato impatto ambientale e la previsione di città a impatto zero con forme di sostegno alla mobilità sostenibile (auto elettriche e car sharing), tema caro anche a Noi con l’Italia. Infine, una particolare attenzione per le zone terremotate con la previsione di sgravi fiscali sui lavori di ristrutturazione, messa in sicurezza ed efficientamento energetico.

 

Centrosinistra

 

Il centrosinistra riparte dalla SEN che contiene le linee direttrici della politica energetica italiana dei prossimi anni al fine di realizzarne gli obiettivi. Incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, con l’obiettivo minimo di una penetrazione totale sui consumi almeno al 28% nel 2030 e una percentuale di elettricità da fonti rinnovabili pari almeno al 55% e cessazione della produzione di energia elettrica da carbone nel 2025.

 

Nel capitolo energia sono da sottolineare la riduzione dei prezzi dell’elettricità, rispetto alla media Ue, e l’azzeramento del differenziale di prezzo all’ingrosso tra il gas italiano e quello del Nord Europa. Non viene trascurato quest’ultimo settore per il quale si propone il potenziamento delle infrastrutture di rigassificazione, trasporto e stoccaggio del gas, nonché la creazione di un mercato del gas.

 

Un altro punto focale è rendere competitivo il mercato elettrico e del gas in attuazione alla legge concorrenza e creare un sistema energetico indipendente dai combustibili fossili, sostenibile per l’ambiente, competitivo dal punto di vista economico e più sicuro.

 

Particolare attenzione verrà destinata al processo di riconversione in corso delle ex centrali. Sul fronte della mobilità sostenibile e della diffusione del vettore elettrico occorre accelerare la transizione verso modalità di trasporto meno inquinanti, con l’obiettivo di raggiungere 15.000 colonnine di ricarica dei veicoli elettrici.

 

E ancora: la trasformazione delle auto blu in auto verdi e l’utilizzo costante di nuove tecnologie per ridurre le emissioni. Si punta alla promozione dell’elettrificazione e all’utilizzo di biocarburanti avanzati tra cui il biometano.

 

Altro tema contenuto nel programma del centrosinistra sono le smart city: riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, incentivi alla creazione di piattaforme per bike, car e scooter sharing e la realizzazione di smart grid. Riqualificare il patrimonio edilizio della PA, migliorandone l’efficienza energetica e promuovendo modelli di autoproduzione di energia.

 

L’impegno è rendere più efficiente la rete di illuminazione pubblica grazie all’utilizzo di contatori digitali di ultima generazione (33 milioni di contatori digitali di ultima generazione per oltre 2 miliardi di investimento) e risparmiando sulla riqualificazione del sistema attraverso il passaggio all’illuminazione a Led (Piano di illuminazione a LED del patrimonio pubblico e delle strade cittadine).

 

+Europa propone la decarbonizzazione con transizione graduale con sempre maggiore apporto delle energie rinnovabili e l’uso del gas come fonte di transizione. Introduzione della carbon tax per disincentivare l’uso di fonti inquinanti. Propone inoltre principi di fiscalità ambientale più rigidi, eliminando da subito i sussidi pubblici alle fonti fossili. Altri punti interessanti riguardano la privatizzazione delle imprese pubbliche che operano in mercati concorrenziali per evitare la nascita di nuovi monopoli privati e la messa a gara dei servizi pubblici locali per renderli più efficienti e restituire ai cittadini il potere di governare sulla qualità del servizio.

 

Movimento 5 Stelle

 

Green economy, 100% rinnovabili. Questo l’incipit del programma energia del M5S che vuole contribuire a costruire un sistema energetico alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2050 puntando a creare 17mila nuovi posti di lavoro per ogni miliardo di euro investito nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica e prevedendo lo spostamento degli incentivi statali verso le fonti rinnovabili.

 

I pentastellati dicono no all’energia nucleare, anche importata e stop alle trivellazioni, con conseguente tutela del sottosuolo e delle sue risorse. Prevista l’uscita dal petrolio entro il 2050 nonché la promozione di politiche che scoraggino l’uso di benzina e gasolio.

 

Nel programma si vuole riportare Terna a essere statale. Un capitolo riguarda poi le società pubbliche: razionalizzazione e riorganizzazione delle società e partecipate pubbliche; stringente definizione dei requisiti di onorabilità e contrasto ai conflitti di interesse nelle nomine dei vertici delle società pubbliche e rigida valutazione dell’azione delle società pubbliche statali in base a obiettivi predefiniti.

 

Il Movimento chiede anche la modifica dei criteri di nomina delle Autorità amministrative indipendenti. Ridimensionare gli investimenti esteri delle imprese pubbliche a favore di investimenti sul territorio nazionale: 50 miliardi nei settori strategici puntando su innovazione, rinnovabili, manutenzione del territorio, contrasto al dissesto idrogeologico, adeguamento sismico, banda ultralarga. Sulla mobilità sostenibile, invece, l’obiettivo è di un milione di auto elettriche.

 

Liberi e Uguali

 

Liberi e Uguali punta sulla transizione energetica sostenibile proponendo la costruzione di un modello di democrazia energetica per favorire l’autoproduzione di energia pulita.

 

Un “Grande piano verde” che contenga visione e strategia per raggiungere la totale decarbonizzazione del Paese, il passaggio all’economia circolare, la riduzione dei consumi energetici e 100% rinnovabili al 2050. Tutto ciò attraverso investimenti in programmi di efficientamento energetico (casa, mobilità e trasporti), interventi sui sussidi alle fonti fossili per eliminarne la dipendenza e l’introduzione della carbon tax.

 

Tra gli altri punti: forte potenziamento dei trasporti pubblici urbani e pendolari su ferro e dei sistemi logistici intermodali; un programma strutturale per la conversione dell’industria pesante ed inquinante.

 

Potere al Popolo

 

Potere al Popolo propone una radicale messa in discussione della Strategia Energetica Nazionale, raccogliendo le rivendicazioni dei movimenti e la richiesta di democrazia dei territori; moratoria sui nuovi progetti estrattivi riguardanti combustibili fossili e lo stop a ogni progetto di estrazione non convenzionale; l’ eliminazione dei sussidi pubblici alle fonti fossili o ambientalmente dannose (16 miliardi annui) da utilizzare per la creazione diretta di posti di lavoro nell’efficienza energetica, nelle energie rinnovabili, in ricerca e innovazione tecnologica

 

Ancora: uscita totale dal carbone entro il prossimo decennio, uso delle biomasse solo da scarti, la pianificazione degli impianti eolici con criteri di tutela paesaggistica e faunistica, lo stop a infrastrutture energetiche come il TAP e Poseidon;

 

Altro punto: un piano di investimenti per la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico potenziando il traffico merci su ferro e via mare; un radicale potenziamento della ciclabilità, con una politica di investimenti pubblici.

 

FONTE: http://www.qualenergia.it/articoli/20180209-verso-il-4-marzo-l-energia-nei-programmi-elettorali