Cosa sta accadendo all’energia italiana nel 2018?

L’Enea ha pubblicato oggi la prima Analisi trimestrale del sistema energetico italiano del 2018. Il documento esamina i fattori che caratterizzano il quadro nazionale per valutare le tendenze relative al “trilemma energetico”, ossia decarbonizzazione, sicurezza e costo dell’energia. Quello che il lavoro Enea ci restituisce è un quadro in cambiamento, ma non in senso positivo. L’indice ISPRED, misura delle tre dimensioni del trilemma, è in calo del 7 per cento, a causa principalmente del peggioramento della componente decarbonizzazione. Cosa sta succedendo dunque all’energia italiana 2018? Secondo i dati registrati nel primo trimestre, i consumi finali di energia sono aumentati del 3 per cento rispetto allo stesso periodo 2017, sotto il traino del settore civile.

 

A livello di fonti energetiche, le rinnovabili sono tornate a crescere di un più 2 per cento grazie alla ripresa dell’idroelettrico (più 11 per cento) così come il contributo del gas naturale (più 1 per cento) a causa di un inverno meno mite del precedente, mentre si è ridotto  nuovamente il ricorso ai combustibili solidi (meno 5 per cento). In questo contesto, “le emissioni di CO2 sono sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo 2017, nonostante la crescita significativa dei consumi energetici”, sottolinea Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’Analisi. Cosa sta influendo allora in maniera negativa sulla decarbonizzazione? Come spiega Gracceva “questa stagnazione delle emissioni consolida un trend sempre meno in linea con gli obiettivi di lungo periodo. Infatti, a una significativa diminuzione delle emissioni nella generazione elettrica negli ultimi due trimestri corrisponde un aumento delle emissioni nel civile e nell’industria e a un dato invariato nei trasporti”.

 

Anche per le fonti rinnovabili il quadro generale è pressoché immobile “Sembra consolidarsi una traiettoria sostanzialmente stazionaria, non in linea con gli obiettivi di crescita della quota di FER sui consumi finali di energia entro il 2030”, aggiunge l’esperto Enea. Stabile la componente ISPRED dei prezzi (+1%) così come invariata (rispetto al primo trimestre 2017) appare quella relativa alla sicurezza energetica. “Restano comunque insolute alcune delle criticità dovute alla transizione energetica, sia per il rischio di eccesso di produzione da fonti intermittenti nel sud e nelle isole maggiori nel corso dell’estate sia per un nuovo calo della redditività degli impianti a gas naturale, sintetizzata dall’indicatore spark spread tornato significativamente al di sotto dei 10€/MWh”.

 

FONTE: http://www.rinnovabili.it/energia/cosa-sta-accadendo-allenergia-italiana-nel-2018/