Comunità energetiche, vantaggio economico fino a 1,5 miliardi di euro. Ma l’Italia è in ritardo

L’energia dopo un anno di guerra: un mercato, già in profonda evoluzione, destinato a mutare irreversibilmente. Dalla crisi del gas il nostro Paese ha dovuto trarre, almeno, un insegnamento: l’autonomia energetica è imprescindibile dalla diversificazione delle fonti e dallo sviluppo di capacità rinnovabile.

 

Se ne è parlato a Palazzo Clerici, a Milano, in un convegno organizzato da Agici e Accenture che ha visto la partecipazione delle principali utilities italiane e la presentazione del working paper “Modelli per promuovere le comunità energetiche”.

 

Come spiega Claudio Arcudi, responsabile dell’Industry Group Energy e Utility di Accenture in Europa:" In un contesto in cui la transizione verso forme di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi priorità dei nostri giorni ed in presenza di importanti capitali messi a disposizione attraverso i fondi del Pnrr e Gse, riteniamo che siano quattro i fattori che possono accelerare la strategia energetica del Paese, in un approccio sistemico: le comunità energetiche, le Utilities, le Pmi e il digitale”.

 

Comunità energetiche: in Italia siamo a quota 86, di cui solo 30 attive

Coinvolgere cittadini e pmi nello sviluppo di rinnovabili, al fine di renderli sempre meno dipendenti dal sistema elettrico nazionale non è solo una risposta alla crisi, ma una svolta culturale necessaria per diffondere consapevolezza e rendere possibile la transizione sostenibile.

 

Questa la filosofia alla base delle comunità energetiche, dentro le quali va distinto l’autoconsumo collettivo (Auc) dalle comunità energetica rinnovabile (Cer), le quali si sviluppano intorno all’aggregazione di enti pubblici, aziende, attività commerciali e cittadini privati che producono e consumano energia autonomamente.

 

In Italia se ne parla da anni, anche perché rappresentano un’opportunità di business importante per le utilities, ma nonostante l’interesse di imprese e cittadini rispetto al resto d’Europa si contano pochi progetti realizzati: se un paese come la Germania conta 5.000 Cer in Italia siamo a quota 86, di cui 30 attive.

 

Intanto, dal punto di vista normativo, si va verso l’estensione del perimetro e dell’elenco dei partecipanti, nonché verso un innalzamento della soglia di potenza degli impianti ammissibili (fino a 1MW). L’obiettivo previsto dalla normativa è infatti ambizioso: raggiungere 5 GW di potenza installata, a fronte dei 60 MW attuali, per allinearsi alla Renewable Energy Directive della Commissione europea e traguardare il 32% di consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030.

 

Secondo Accenture e Agici questo comporterebbe un risparmio di CO2 di 1,35 milioni di tonnellate ed un beneficio economico per le comunità tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro, a fronte di un investimento previsto di circa 5-7 miliardi di euro.

 

“L’energia di domani: il futuro è donna”: premiata Nicole della Vedova

Durante il convegno sono stati infine consegnati i Premi Manager Utilities “Andrea Gilardoni” 2022. Stefano Venier, ad di Snam, e Giuseppe Argirò, ad di CVA si sono aggiudicati il Premio Energia, mentre Renato Mazzoncini, ad di A2A è stato insignito del Premio Servizi Pubblici.

 

Nicole della Vedova, head of corporate and structured finance di Enel ha ricevuto un riconoscimento inedito, “L’energia di domani: il futuro è donna”, che intende riconoscere l’eccellenza femminile in un settore nel quale le donne ai vertici sono ancora troppo poche.

 

“Con questo riconoscimento Agici intende dare il suo contributo per favorire la crescita professionale delle figure femminili nel mondo delle utilities: in un settore sempre più proiettato verso la sostenibilità, la parità di genere non può essere trascurata”, ha concluso Chiara Gilardoni, Business ceo di Agici.

 

di Jessica Muller

 

Fonte https://www.repubblica.it/dossier/economia/top-story/2023/05/05/news/comunita_energetiche_vantaggio_economico_fino_a_15_miliardi_di_euro_ma_litalia_e_in_ritardo-398895996/