Quale futuro per le caldaie a gas? Gli scienziati europei si esprimono sul futuro

Il prossimo 12 giugno, la Commissione Europea discuterà una bozza del nuovo regolamento sui requisiti per la progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente in un incontro con i soggetti che stanno partecipando alla fase di consultazione pubblica.

 

I regolamenti Ecodesign ed Ecolabelling, secondo la bozza, potrebbero prevedere l’abbandono delle caldaie a gas entro il 2029, comprese quelle alimentate con biogas o idrogeno. Di conseguenza rimarrebbero sul mercato soltanto le pompe di calore elettriche.

 

Con 65 milioni di caldaie installate nell’UE, il riscaldamento è di gran lunga il principale utilizzatore di gas naturale.

 

Il gas naturale è stato a lungo considerato l’alternativa ideale al carbone nel percorso verso l’eliminazione netta delle emissioni di carbonio entro il 2050. In alcuni Paesi, il gas naturale è diventato il principale combustibile per la produzione di energia elettrica. Il rapporto dell’EASAC sostiene che si tratta di un vicolo cieco. «Il gas naturale non deve più essere considerato un’opzione transitoria. Tutta la produzione di elettricità e calore basata sulla combustione sta letteralmente alimentando il riscaldamento globale e deve essere sostituita da fonti rinnovabili come l’eolico, il solare o l’idroelettrico» afferma Neven Duić, presidente del Comitato direttivo per l’energia dell’EASAC.

 

Il nuovo rapporto Future of Gas dell’European Academies Science Advisory Council (EASAC) evidenzia l’altissimo contributo al riscaldamento globale causato dalle perdite di metano lungo la catena di approvvigionamento del gas naturale. L’EASAC è costituita dalle accademie scientifiche nazionali degli Stati membri dell’UE, della Norvegia, della Svizzera e del Regno Unito.

 

Per mitigare il cambiamento climatico, secondo gli scienziati dell’EASAC, è essenziale vietare le nuove caldaie a gas naturale e aumentare massicciamente la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

 

«Dovremo abbandonare completamente il gas e sviluppare le energie rinnovabili» afferma William Gillett, direttore del programma energetico dell’EASAC. «Non possiamo evitare un cambiamento radicale. Il clima non scende a compromessi» continua.

 

«Il cambiamento climatico sta progredendo così rapidamente che ora dobbiamo concentrarci sugli effetti dei prossimi dieci anni. Ecco perché non c’è alternativa alla sostituzione immediata del gas naturale con le energie rinnovabili» aggiunge Neven Duić, presidente del Comitato direttivo per l’energia dell’EASAC.

 

I costi per le famiglie

La discussione è ancora aperta, anche a causa della ferma opposizione da parte di alcuni Paesi, tra cui l’Italia. Secondo il Codacons, l’abbandono delle caldaie a gas una scelta insostenibile per le famiglie, che dal 2029 dovranno sostituire la propria caldaia e dovranno obbligatoriamente acquistare una pompa di calore, con un costo che varia tra i 6mila e i 16mila euro.

 

C’è, poi, la questione della produzione di energia elettrica necessaria ad alimentare tutte queste pompe di calore (oltre alle auto e a tutte le attività industriali energivore che passeranno dal fossile all’elettrico, come le acciaierie).

 

In Italia, nel 2022, le fonti di energia elettrica rinnovabili hanno coperto il 31,1% del fabbisogno nazionale. Le condizioni di siccità perdurante hanno fatto scendere la produzione di energia idroelettrica (-37,7%), compensata da un aumento della produzione di elettricità da fonti fossili, compreso il carbone. Eolico e fotovoltaico hanno aumentato la propria quota del 29,8% in due anni, ma il dato non è confortante, perché per soddisfare la richiesta di energia rinnovabile queste due fonti dovranno triplicare la propria produzione in 8 anni.

 

Fonte https://rivistanatura.com/quale-futuro-per-le-caldaie-a-gas/

 

Alla luce di queste cifre, molti osservatori mettono in dubbio i reali benefici ambientali delle nuove norme europee sulle caldaie.